Il nuovo libro di Lucia Annunziata L’inquilino. Da Monti a Meloni: indagine sulla crisi del sistema politico è stato presentato venerdì 12 maggio 2023 nell’intimità della Villetta Social Lab nel cuore di Garbatella. Un incontro molto partecipato perché credo che tanti italiani condividano il piacere di ascoltare una giornalista che non ha mai avuto peli sulla lingua e dall’alto dei suoi 73 anni – portati benissimo – ne sa davvero di ogni…
“Un libro di informazioni che non troverete da nessuna parte”
“Ho 73 anni ormai ho veramente visto tutto dentro le redazioni e i palazzi. Vi racconto la storia anche delle tappezzerie di Chigi e Madama…” dice scherzando. Ma il succo è sempre il suo interesse giornalistico che in ogni occasione ci ha dato una mano a capire meglio le dinamiche di potere, e non solo perché lontane e complesse. Gli anni passano, e soprattutto in tempi recenti accadono e vengono riportati così tanti eventi, che ogni tanto guardarsi indietro chiarifica ciò che sta succedendo nel momento presente.
“Qualsiasi progetto deve sempre nascere da sé stessi”
“Il libro nasce da un mio interesse personale perché nonostante tutto io stessa guardavo a questi ultimi 10 anni e non si è capito nulla. Le notizie arrivano a cascata nelle redazioni e sono sempre diverse da come poi escono sui media”.
“Il problema principale che l’Italia sta affrontando è la liquefazione delle istituzioni”
Quasi “un’inutilità delle sue funzioni. In questi 10 anni abbiamo visto soprattutto due grandi accadimenti: la fine del rapporto dei cittadini coi partiti e l’arrivo dei 5 Stelle”. Ma da che c’era una partecipazione al voto che superava il 90% con una divisione piuttosto equa tra i principali (25-25-25), con l’arrivo dei 5 Stelle nel 2018 le percentuali sono cambiate. La partecipazione era ancora buona (intorno all’80%), ma il Movimento ha preso il 35% contro la Lega al 17%. E il bello è che “un anno dopo la situazione si è completamente ribaltata con la Lega al 35% e il Movimento al 17”.
“In 10 anni ci sono stati 6 premier: 4 non erano politici o comunque non eletti”
Oltre a Conte, due erano tecnici (Monti e Draghi) e poi quello che successe con Bersani… l’eletto spodestato prima da Letta e poi da Renzi (infine Gentiloni) per un colpo di mano di Napolitano, di fatto.
“Meloni ha preso il 25% del 60% degli italiani”
“Oggi che la Meloni ha vinto con il suo 25% – in pochi anni salito dal 4-6% – non è così buono se si considera che la partecipazione al voto nel frattempo è crollata al 60%… eppure, grazie a una legge voluta da Renzi (che già pensava a un premierato lunghissimo), ha preso un grande premio di maggioranza ottenendo il controllo di fatto del 70% delle assemblee… se puntiamo all’elezione diretta del Premier dobbiamo pensare alla disintegrazione del Parlamento”. E non è una cosa buona.
“Nel libro maltratto soprattutto il Pd”, dice seduta a fianco a Massimiliano Smeriglio, Pd
“Questo grande partito era la cosiddetta ‘cassaforte del voto’ di sinistra, ma a un certo punto si è aperta… oppure chiusa… perché questi voti comunque sono spariti”. E vanno recuperati.