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PerCorti di Vita a Torino

Il Maffei di Torino è un luogo che sa di nascita, morte e trasformazione. Teatro storico di Torino, viene fondato per la prima volta nel 1908 come spazio dedicato al cabaret e l’avanspettacolo per poi trasformarsi, durante una crisi che coinvolse il teatro in genere in tutta Italia, in un cinema a luci rosse dagli ’80 al 2020. Oggi, “come una splendida fenice è rinato per la sua terza vita” si legge sul sito. Il Cinema Teatro Maffei, grazie all’omonima associazione, è tornato infatti a proporsi come uno spazio votato alla cultura e alla produzione artistica. Tra i tanti eventi, proiezioni, concerti e performance…

il 20 Maggio 2023 è andata in scena la IV edizione del Festival internazionale PerCorti di Vita

Da 4 anni il tentativo (riuscito) di valorizzare la produzione di cortometraggi di cinema indipendente grazie alla collaborazione con l’Associazione Culturale Percorsi di Vita. Ogni edizione suggerisce ai candidati un tema diverso e il 2023, dopo tutti questi anni difficili, è stato dedicato alle Relazioni… “da intendersi nell’accezione più profonda del suo significato”.

L’allaccio di Daniele Morelli, vincitore (primo premio) di PerCorti di Vita 2023

“Più di 21 ore di girato proveniente da diversi Paesi del mondo”

che è stato selezionato da una giuria mista di professionalità del mondo del cinema e non solo, più la possibilità di coinvolgere il pubblico come giurato per la nomina del terzo classificato. La IV edizione ha inoltre invitato i partecipanti in sala a sostenere, tramite offerta libera, una delle più importanti iniziative della Ong Ontos, ovvero SOS Psicologo pensata per offrire accesso psicologico ai minori vittime di abusi.

A Torino si respira sempre un clima vivace a livello culturale

e il primo impatto col Maffei ha avuto lo stesso sapore. Organizzatori gentili, spazio rinnovato, una presentatrice d’effetto, Pamela Gueli, (ma che fa di tutto, dalla musica al cabaret oltre a essere campionessa italiana di calcio femminile) che ha tenuto la platea allegra e attenta. Peccato per qualche problema tecnico e organizzativo che hanno un po’ affievolito il risultato finale…

Le buone maniere di Valerio Vestoso, vincitore (secondo premio) di PerCorti di Vita 2023

5 i corti proiettati in sala, tra cui i 3 premi principali più altre 5 menzioni speciali

“perché tanti erano meritevoli e non è stato facile scegliere” (ma alla fine son tutti italiani):

  1. L’allaccio di Daniele Morelli (primo premio Giuria)
  1. Le buone maniere di Valerio Vestoso (secondo premio Giuria)
  2. Non Aspettare di Daniel Bondì (premio del pubblico)

Qualche problema tecnico con la proiezione del primo corto non ha però intaccato il suo risultato

trattandosi di uno dei più meritevoli. L’allaccio di Daniele Morelli è il racconto immaginato (poiché ormai privo di testimoni diretti) di una storia vera ambientata a Roma, quella che riguardò nel 1946 la morte improvvisa (per appendicite) del figlio di Roberto Rossellini di appena 9 anni. Chi ha visto Germania Anno Zero ricorderà forse la sua dedica iniziale al piccolo Romano. La tomba della famiglia Rossellini si trova presso il cimitero Verano di Roma dove il corto è stato girato.

Non aspettare di Daniel Bondì, vincitore (premio del pubblico) di PerCorti di Vita 2023

Anche per StereoType Mag la rosa dei 3 è corrisposta alla scelta del Festival

tranne che per la classifica: Le buone maniere, con protagonista Giovanni Esposito, secondo noi si colloca al primo posto perché è riuscito a emozionare utilizzando sia il dramma che la commedia, artificio solitamente piuttosto difficile da realizzare. Al secondo L’allaccio per la poesia con cui si è voluto raccontare “una storia piccola”, magistralmente interpretata da Francesco Acquaroli nel ruolo del grande regista italiano. Al terzo posto, d’accordo con il pubblico (che però l’ha votato come miglior corto della serata), Non aspettare per il messaggio importante raccontato in modo fluido e d’effetto. Anche qui il merito ci sembra molto legato all’interpretazione della giovane protagonista Jade Pirovano e a una scrittura estremamente reale, perché per il resto non ci è sembrato molto innovativo nell’approccio.

Gli altri 2 corti proiettati non sono stati citati nemmeno in comunicato stampa

e non siamo quindi riusciti a ritrovarli. Uno parlava di una vendetta femminile sul tema del #MeToo e l’altro di un lutto che appare particolarmente denso… per poi rivelarsi di un cane. Li abbiamo ritenuti meno degni degli altri a livello di storia, ma comunque ben caratterizzati dalle interpretazioni registiche e attoriali. Dopo le premiazioni vengono annunciate le 5 menzioni speciali dei cortometraggi non proiettati, ma alla fine sul palco ne sono saliti solo 3 più 2 dimenticanze, tra cui l’unica regista presente in sala… dopo una serie di dichiarazioni sul fatto che “ora le donne nel cinema ci sono, per fortuna”.

Tommaso Errichelli, direttore artistico di PerCorti di Vita 2023

Peccato, perché il corto che già conoscevamo, Singing in front of the Colosseo

di Cristina Ducci, ha comunque una sua originalità e leggerezza che in effetti riesce a conquistare anche chi odia i musical (come noi) e soprattutto temono enormemente, come gli artisti, la domanda “che fai nella vita?”. Le altre menzioni, compresi i due corti in gara oltre al podio, non siamo riusciti a carpirli nemmeno dall’associazione.

Al contempo il pubblico si fa conquistare dalla “solita” storia di violenza sulle donne

Un grande classico (di questi tempi). Non che Non aspettare non sia un buon corto, in tutti i campi, dagli attori alle scelte registiche che hanno una certa presa, alla scrittura; e non che non sia un racconto di vita più che reale visto che scene simili le hanno vissute in molte, compresa io stessa; e non che non sia un messaggio importante quello che si vuole veicolare: Non aspettare… di denunciare. Perché spesso non ci si riesce. Ma purtroppo non sempre è così semplice (risolvere con una denuncia), anche perché il problema è proprio di fondo, – relazionale – come da tema del festival. Inoltre, cinematograficamente parlando, non è nemmeno una grande novità il “perenneruolo di vittima riservato al femminile quando si parla di violenza.

Non è un giudizio, è solo un dato di fatto. E qui noi si parla di stereotipi !

Mauro Marchetti, direttore della fotografia e presidente della Giuria di PerCorti di Vita 2023
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